Il carnevale Nel carnevale si ritrova un concentrato, in cui forse sono riunite feste anticamente separate. In esso si riassorbono i miti primordiali e il millenarismo, si richiamano i tempi delle origini e si anticipa il tempo-fine in cui non occorrerà conservare provviste, razionare il cibo, sottostare a norme, rispettare gerarchie. Nel carnevale si mimano in un grande teatro di piazza storie cifrate dell'età inaugurale e i simboli eterni della vita e della morte (A.Nicolosi Ciceri). Pare accertato che già nelle età della caccia il mascheramento fosse usato per scopi magici, per favorire la fecondità delle mandrie e prede abbondanti. Maschera e danza servivano a mettersi in comunicazione con gli spiriti... Con la profonda rivoluzione del neolitico, che trasformò il cacciatore anche in allevatore ed agricoltore, le occasioni magico rituali dei mascheramenti si moltiplicarono. Già il Cristianesimo delle origini condanna il riso. Tertulliano, Cipriano e S.Giovanni Crisostomo insorsero contro le antiche forme di spettacolo e in particolare contro il mimo e il riso... questo rese necessario legalizzare fuori dal culto, dal rito e dal cerimoniale ufficiale, l'allegria, il riso e lo scherzo... nascono le "feste dei folli" (Bachtin M). L'arco carnevalesco, anticamente dilatato a tutto il periodo invernale, fu compresso e regolamentato; se ne fissò l'inizio dopo il completamento delle feste liturgiche. La Chiesa fece si che il carnevale apparisse come una pazzia temporanea, come una grande ubriacatura collettiva che in Friuli non raggiunse mai gli eccessi di altre regioni (A.Nicolosi-Ciceri). Gli eccessi più gravi che la nostra storia ricorda, sono avvenuti sempre il giovedì grasso. Risalgono al giovedì grasso del 1511 i più violenti disordini della storia del Friuli, tanto da assumere le proporzioni di una rivolta... La "crudel zoiba grassa" (Bianco F.) L'illuminismo prima e l'industrializzazione poi finirono di svuotare le azioni carnevalesche dei loro significati originari, fossero questi il bisogno di catarsi, il momento di trasgressione, della sovversione, della rottura delle norme oppure la necessità di recuperare il potere degli antenati, nello sforzo volto alla rinascita del ciclo, nel tempo invernale, dominato dal terrore per il vuoto vegetale (A. Nicolosi-Ciceri). |
pagine viste dal 13-04-2004 |